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21 Marzo 2025

Cantrina sfida i dazi e si rafforza negli USA

Manhattan e Boston brindano con il Valtènesi firmato Cantrina: la cantina di Bedizzole ha da poco firmato un accordo che ha portato al 60% la quota delle vendite negli USA sull'export 2024, pari al 30% del business totale. "Abbiamo riallacciato i contatti con un importatore che conosciamo da 25 anni, ma che ha cambiato strategia concentrandosi su aziende molto piccole in grado di proporre prodotti con vitigni autoctoni - spiega Cristina Inganni, al vertice dell'azienda con Diego Lavo -. I dazi? Abbiamo spedito l'ultimo bancale venti giorni fa senza problemi, ma come tutti siamo in attesa: speriamo che questa controversia si appiani prima del 2 aprile con la rimozione delle tasse Ue sul bourbon e altri prodotti, perchè la minacciata introduzione di dazi al 200% sarebbe un colpo durissimo non solo per le cantine italiane, ma anche per una parte importante dell'economia statunitense legata agli importatori e distributori".

Il bilancio

II 2024 si è chiuso con ricavi in sostanziale pareggio con il 2023, pari a 400 mila euro, ma con un numero minore di bottiglie vendute (40mila), grazie ad un ritocco dei listini reso possibile dal consolidamento del brand come referenza alternativa ma di prestigio: lo confermano le vendite dirette (il 20% del to tale), con 3 clienti su 4 che sono stranieri. Affascinati dai vini rosa del territorio, pari al 40% della produzione: oltre al Valtènesi, nato nel 2018 e già arrivato al 25% del volume complessivo, ci sono l'iconico Rosanoire e il riserva MyRoses. II 20% è rappresentato dal bianco Rinè e dal passito Sole di Dario, il restante 40% sono rossi. Per i quali Cantrina non ha avvertito segnali di crisi come nel resto del mondo. "Ci siamo costruiti un mercato che ci premia - sottolinea Cristina Inganni.. Abbiamo un livello di prezzo medio alto che viene accettato in virtù di un livello qualitativo ormai riconosciuto" Per mantenere questi standard sono necessari continui investimenti: come quello per l'acquisto di un ettaro di vigna che ha portato il totale controllato a 8,5 ettari (di cui 2 in affitto) per una spesa totale di 130mila euro; altri 100mila sono serviti per il nuovo pozzo e altri capitoli. "Siamo sempre più esposti ai rischi dei cambiamenti climatici - riflette Diego Lavo-. Inevitabile aumentare le riserve di materia prima per mantenere stabile la produzione, che negli ultimi due anni si è ridotta a causa di eventi come le gelate primaverili o l'eccesso di pioggia. Effetti di una situazione difficile da sostenere per chi co- me noi lavora in regime biologico". Claudio Andrizzi

IGP: CANTRINA: I SUOI PRIMI VENT’ANNI – Ioeilvino

pubblicato il 11 Luglio 2019
Conosciamo Cristina Inganni da molti anni, praticamente dall’inizio della sua avventura nel mondo del vino; ci era stata presentata da un’amica produttrice in quel di Lugana e quindi abbiamo potuto assaggiare i suoi vini diverse volte nel corso degli anni. Più tardi abbiamo conosciuto anche Diego Lavo che è diventato successivamente comproprietario dell’azienda Cantrina.

Cantrina: i primi vent’anni – Lavinium

pubblicato il 11 Luglio 2019
Conosciamo Cristina Inganni da molti anni, praticamente dall’inizio della sua avventura nel mondo del vino; ci era stata presentata da un’amica produttrice in quel di Lugana e quindi abbiamo potuto assaggiare i suoi vini diverse volte nel corso degli anni.

Cristina Inganni e i primi venti anni di Cantrina – Percorsi di vino

pubblicato il 11 Luglio 2019
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Conosciamo Cristina Inganni da molti anni, praticamente dall’inizio della sua avventura nel mondo del vino; ci era stata presentata da un’amica produttrice in quel di Lugana e quindi abbiamo potuto assaggiare i suoi vini diverse volte nel corso degli anni. Più tardi abbiamo conosciuto anche Diego Lavo che è diventato successivamente comproprietario dell’azienda Cantrina.