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Fra i doc emerge una donna – Area Blu
pubblicato il 7 Aprile 2005
Si chiama Cristina Inganni, è leader dell’azienda agricola Cantrina, una delle più singolari cantine dell’area gardesana.
(…) Viene dal lago di Garda il volto femminile emergente dello scenario enoico bresciano: una produttrice il cui impegno è stato riconosciuto dalla giuria di giornalisti e personalità culturali incaricata dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Brescia di assegnare i tradizionali “Premi Brescianità” per il 2005. Cristina Inganni, al vertice insieme al marito Diego Lavo dell’azienda agricola Cantrina, a Bedizzole. È stata premiata non solo in quanto personaggio emergente fra i più vitali ed interessanti del panorama agricolo bresciano, ma anche perché protagonista di un’avventura imprenditoriale di grande singolarità, finalizzata non tanto e non solo alla ricerca della qualità ma anche e soprattutto ad esprimere una nuova concezione del territorio.
Cantrina: avamposto della tradizione – Brescia Oggi
pubblicato il 16 Febbraio 2005
L’Agricola Cantrina è il piccolo avamposto di Cristina Inganni e Diego Lavo, donna del vino con una naturale inclinazione all’arte, che ha deciso di scommettere su una politica produttiva fatta di piccoli numeri, di grandi ambizioni qualitative, di scelte particolarmente significative come quella di rinunciare, a partire dall’imbottigliamento della produzione 2004, alla Doc Garda, in favore dell’Indicazione Geografica Tipica Benaco Bresciano. «È una decisione che nasce dalla volontà di legare in maniera approfondita la nostra produzione al territorio, scommettendo su una denominazione che è di proprietà esclusiva della zona, spiega Cristina, sintetizzando così la filosofia di un’azienda da sempre refrattaria a seguire gli indirizzi produttivi tradizionali della zona. Fondata nel 1990 da Dario Dattoli, noto ristoratore bresciano e vignaiolo per passione, l’azienda è stata pensata fin dall’inizio come un piccolo polo di sperimentazione e produzione di vini rossi di grande struttura. Con la prematura scomparsa del proprietario, avvenuta nel 1998, la moglie Cristina Inganni, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, una carriera avviata come scenografa e decoratrice d’interni, ha deciso di proseguire la singolare avventura enologica grazie anche all’incontro con il perito agrario, Diego Lavo: un incontro che, oltre a sfociare in matrimonio nel 2000, consente di aprire un nuovo capitolo nella storia di Cantrina.