Soreli
pubblicato il 8 Febbraio 2017Se qualcuno di voi è venuto recentemente a Cantrina si sarà accorto entrando in azienda che buona parte del piccolo vigneto presente dall’ingresso fino a coprire la cantina, è stato espiantato.
Portainnesto sbagliato, eccessivo compattamento del suolo dovuto ai troppi passaggi con il trattore, varietà non idonea al terreno in questione, vigne difettose…? Sta di fatto che buona parte delle piante presenti erano gravemente deperite o addirittura morte tanto da rendere necessario il reimpianto.
A questo punto cosa piantare?
Da molti anni si parla di vitigni resistenti alle malattie, ma solo recentemente la ricerca viticola ha portato risultati concreti e ad oggi sono disponibili alcune varietà assolutamente interessanti.
Ma cosa sono questi vitigni e come sono stati “creati”? Sono nuove varietà ottenute per incrocio/ibridazione ripetuta tra varietà da vino europee (già note e coltivate) e varietà “selvatiche” di origine americana o più antiche, di origine caucasica, al fine di individuare caratteri che le rendano resistenti alle principali malattie della vite e quindi incroci naturalmente ottenuti (no OGM o simili).
Ecco, allora, che ci è parso interessante piantare 650 vigne di una varietà scelta tra queste allo scopo di non voler più entrare in quel vigneto a fare i trattamenti, sempre più nell’ottica di voler praticare una viticoltura naturale e sostenibile.
Ah, dimenticavo: SORELI è il nome della varietà scelta, uva bianca lievemente aromatica, parente stretta del Tocai friulano: a noi è piaciuto anche il nome oltre che il potenziale enologico e chissà che in futuro quello che oggi è solo una piccola prova possa diventare qualcosa di importante e su cui investire.